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    Un grande ritorno da Cantina della Volta

    Il nostro Filippo è tornato da Cantina della Volta e vi racconta quello che ha appreso in una giornata a stretto contatto con il produttore

    Nell’arco di quest’anno sono riuscito ad arricchire il mio bagaglio in materia di spumanti Metodo classico, grazie ad una esperienza maturata in Alsazia rinforzata da degustazioni di prodotti elaborati dai cugini d’Oltralpe provenienti, soprattutto, dalla celebre e celebrata Champagne. Tutto ciò, mi ha concesso di arricchire ed evolvere il mio palato nei confronti di questi prodotti che amo profondamente per lo studio, ricerca e precisione che vengono messi in campo nella loro produzione. Inoltre, questo cambio di palato mi ha permesso di vedere ed analizzare gli spumanti metodo classico con un occhio diverso.

    Dopo più di un anno torno a Bomporto, in provincia di Modena, in quella splendida realtà che è Cantina della Volta per un focus nella loro riserva di Pinot Nero rappresentata dal meraviglioso Il Mattaglio” Blanc de Noirs. Non ho mai negato la qualità degli spumanti prodotti da Cantina della Volta e soprattutto non mi sono mai tirato indietro dal condividere quotidianamente, ed in maniera entusiasta, con i clienti dell’enoteca quello che secondo me è un fiore all’occhiello non solo della terra emiliana, ma del panorama spumantistico italiano.

    In questo blog vi abbiamo già parlato in precedenza di questa realtà, che con sole tre varietà - nell’ordine Lambrusco di Sorbara, Pinot nero e Chardonnay - è in grado di produrre una più che vasta gamma di prodotti (14 a portfolio), a dimostranza della straordinaria abilità tecnica dell’enologo aziendale Christian Bellei. In questo articolo di oggi non vorrei soffermarmi su quella che è la storia aziendale, ma evidenziare quello che ho ulteriormente capito dopo una giornata di degustazione al fianco di Angela Sini. La sentenza latina Repetita iuvant in questo caso calza a pennello...

    Cantina della Volta si conferma un’azienda di primo livello, in grado di avvicinare, allo stesso tempo, persone non avvezze al mondo delle bollicine e veri e propri appassionati alla ricerca di qualcosa di nuovo, in grado di trasmettere emozione. Ebbene sì, perché se si è in grado di emozionare le persone con spumanti metodo classico prodotti da Lambrusco di Sorbara, allora significa che questa cantina merita un’attenzione particolare. E quando si ha come enologo Christian Bellei, si può stare sicuri che le uve ed i vini sono in mani più che sicure.

    Se l’aspetto tecnico è affidato ad un vero e proprio professionista, la parte commerciale non è sicuramente meno importante. Questo lato aziendale, infatti, è condotto dalla tenace amica di Christian, Angela Sini, che ha sempre un occhio di riguardo verso l’immagine dei suoi prodotti, dove vengono locati e, soprattutto, come si muove il mercato del vino. Perché si può produrre il vino più buono del mondo, ma se poi non lo si vende il tutto si traduce in un castello di sabbia...

    Oggi ho riconfermato quello che già credevo. Cantina della Volta ha tracciato fin dalla sua nascita e continua a traccia la strada giusta del mondo del vino, ossia che i produttori devono fare il vino come piace a loro e non secondo ciò che detta il mercato. In questo, non si fanno assolutamente piegare ma, allo stesso tempo, rimangono e vogliono rimanere al passo coi tempi. Ulteriore valore di cui si forgia Cantina della Volta è sicuramente l’attaccamento al territorio e alla tradizione, dimostrato dalla grande importanza che danno non solo al Lambrusco di Sorbara, prodotto in ben 8 versioni, ma anche al territorio di Riccò di Serramazzoni in cui si trova il vigneto Il Mattaglio (10 ettari vitati che poggiano su un suolo argilloso-calcareo) dal quale nascono le 6 cuvée.

    State sicuri che in terra emiliana, ma non solo, Cantina della Volta significa eccellenza, significa Lambrusco di Sorbara, significa Metodo classico ma anche forza del brand stesso. Perché se da un lato questa cantina ha radici profondissime ancorate al territorio di Bomporto, dall’altro si toglie dal “mucchio” producendo vini che vanno ben al di là di quella che è l’idea generale che i consumatori hanno del Lambrusco, che stupiscono per finezza, eleganza, equilibrio e capacità di invecchiamento.

    A seguito di questa giornata, ci terrei a ringraziare soprattutto Angela Sini per avermi condotto e assistito in profondità in quella che è l’essenza di Cantina della Volta, mostrandomi a nudo tutta la bellezza di questa realtà. Inoltre, desidero ringraziare Christian Bellei che, nonostante il periodo molto impegnativo per una cantina rappresentato dalla vendemmia, è riuscito a dedicarmi il suo tempo condividendo nozioni tecniche sulla produzione dei suoi vini.

    Desidero terminare questo articolo (se così possiamo chiamarlo) con un pensiero che è diventato il mio motore: lasciatevi trainare dalla curiosità di scoprire nuovi lidi, di assaggiare prodotti nuovi ed uscire dalla vostra “comfort zone”. Perché il mondo, soprattutto quello del vino ed in particolare quello italiano, è un posto ricchissimo di bellissimi prodotti che sono in attesa di essere scoperti e, talvolta, sono proprio dietro casa nostra.

    I vini degustati

    Il Mattaglio Blanc de Noirs 2017

    Pinot Nero 100% - Minimo 48 mesi sui lieviti

    Uno spumante che racconta a tutto tondo quello che è il Pinot nero a partire dal colore giallo dorato con leggeri riflessi dorati, mentre al naso è subito espressivo con dei piccoli frutti rossi e una leggera nota salmastra. In bocca si presenta cremoso ma, allo stesso tempo, viene controbilanciato da una sferzata di acidità sul finale che lascia la bocca pulita. Sicuramente un vino figlio di un’annata sfortunata in cui, nonostante tutto, la mano aziendale è riuscita ad avere la meglio raggiungendo un alto livello qualitativo. Una bottiglia che, sicuramente, può incontrare i gusti di un ampio pubblico per il suo essere immediato ma non scontato.

     

    Il Mattaglio Blanc de Noirs 2016

    Pinot Nero 100% - Minimo 48 mesi sui lieviti

    Non lo nego, il colore nel bicchiere mi ha traviato. Un giallo molto scarico, quasi lunare, mi ha fatto pensare subito ad un Blanc de Blancs. Il naso è ancora molto compresso, indice che questo spumante ha bisogno di ulteriore tempo in bottiglia per diventare più espressivo, però in bocca è spiazzante e, per definirlo in un’unica parola, direi monolitico. Un concentrato di potenza e forza, con un attacco importante che continua a crescere senza mai fermarsi nemmeno sul finale. Giustissima a parere mio la scelta di dosarlo a solamente 2,8 gr/L in modo da far esprimere la natura di questo vino, senza freni. All’anagrafe sono 7 anni per questa bottiglia, ma non si sentono per niente. Angela lo ha definito “una piccola opera d’arte” e devo dire che mi sento solo di condividere le sue parole.

     

    Il Mattaglio Specialist 2018

    Pinot Nero 100% - 48 mesi sui lieviti

    È’ il nuovo nato in casa. Con questo spumante, Christian si è voluto cimentare con la produzione di un Rosé de Saignée da Pinot nero discostandosi, però, dalle espressioni della Champagne più ricche e gastronomiche. Lui voleva creare uno spumante il cui calice invogliava quello successivo e devo dire che è riuscito a pieno nell’impresa. Avevo già assaggiato questo vino in occasione della sua presentazione al Vinitaly 2023, ma con qualche mese dalla sboccatura mi sono ricreduto completamente. Di questa bottiglia mi colpisce già il colore, un rosato con dei bellissimi riflessi aranciati, nonostante il mosto di Pinot nero rimanga a contatto con le bucce per circa 12 ore. Il naso è ricco e si esprime con delle note di melograno e ribes mentre in bocca è un bellissimo gioco di morbidezze e durezze in cui la forza del vitigno si fonde con una modesta ed equilibrata parte glicerica che rende la bevuta a dir poco straordinaria.

     

    Il Mattaglio Blanc de Blancs 2018

    Chardonnay 100% - Minimo 48 mesi sui lieviti

    Essendo il focus della giornata sul loro Blanc de Noirs, credevo che in fase di degustazione questo prodotto potesse venire penalizzato dal posizionamento nella batteria, in quanto la finezza e l’anima più sottile dello Chardonnay potrebbero essere messe un po' in ombra dall’aspetto più possente del Pinot Nero. Invece, l’assaggio mi ha smentito. Questo Blanc de Blancs ha a tutti gli effetti le caratteristiche appena citate, ma non risulta mai piccolo e debole, anzi. Ha un grandissimo nervo e una spalla acida che, inoltre, permette un abbinamento molto ampio sulla tavola. A mio avviso, con delle crudités di mare è spettacolare.

     

    Christian Bellei 2016

    100% Sorbara – 36 mesi sui lieviti

    Ammetto che nei confronti del Bellei bianco ho sempre avuto un debole perchè l’ho reputato e continuo a reputarlo un prodotto che ha il suo stile, un suo perché ed è un vino coraggioso. Questo Blanc de Noirs da uve Sorbara ha uno spettro olfattivo che gioca molto sui piccoli frutti rossi mentre in bocca ha un’acidita travolgente ma senza risultare eccessiva. Pulito e coerente, rimane deciso anche sul finale di bocca concludendo con una chiusura salina.

     

    Christian Bellei 2012

    100% Sorbara – 36 mesi sui lieviti

    Con grande fortuna Angela ha recuperato da un suo cliente, giusto qualche giorno prima, una bottiglia di Christian Bellei 2012 e ha voluto stapparla proprio quel giorno, assieme ai suoi collaboratori, in modo da testare le performance temporali di questo vino. È sicuramente la naturale evoluzione del fratello più giovane (ora in commercio l’ultima annata è la 2016) ma il risultato è a dir poco sorprendente. Il colore ha virato verso un bellissimo giallo dorato che subito invoglia alla beva, mentre il naso è spostato completamente su note terziarie che ricordano la frutta candita. In bocca l’acidità sferzante che si riscontra in gioventù si fonde con una cremosità che mi ricorda qualche bellissima espressione di Chardonnay proveniente da una nota terra produttrice di bollicine di montagna…

     

    La Svolta

    100% Sorbara

     Assieme allo Specialist, La Svolta è il nuovo prodotto della cantina che è stato presentato al Vinitaly 2023. È il loro Pet Nat in cui il Sorbara, a seguito della sboccatura, viene ritappato con tappo a corona. La bottiglia è stata scelta apposta in quanto è stato realizzato per essere un prodotto facile e veloce, una bollicina da “Pronti, via!” che potrebbe essere una bellissima alternativa a tanti bicchieri colorati di arancione/rosso presenti in molti bar delle piazze d’Italia. Sarebbe una vera e propria svolta…

     

    Rimosso

    100% Sorbara – 5 mesi sui lieviti

    È il prodotto della tradizione, come veniva prodotto il Lambrusco una volta, ossia con i propri lieviti sul fondo e non viene effettuata la sboccatura. Possiamo definirlo a tutti gli effetti un prodotto sur lies ma sempre molto pulito e preciso in stile Cantina della Volta. Il bicchiere si presenta leggermente velato, con sentori di frutta fresca molto invitanti ed un sorso davvero croccante, cremoso ma vigoroso allo stesso tempo che invoglia a prenderne ancora. Un vino godurioso, da stappare spensieratamente in qualsiasi momento: lo trovo più che adatto come rinforzo durante una merenda.

     

    “Trentasei”

    100% Sorbara – 36 mesi sui lieviti

    Questo lo considero, assieme al fantastico e piacevolissimo Rosé, uno dei cavalli di battaglia di Cantina della Volta. Elegante e preciso, uno spumante con una personalità tutta sua in grado di svettare nel panorama dei Lambruschi di Sorbara. Già l’analisi visiva mi aveva conquistato con un colore rosso rubino dai riflessi violacei molto accesi. Il naso gioca su delle note di ciliegia con dei tocchi mentolati in sottofondo che accentuano la freschezza del prodotto. In bocca è ricco, succoso con delle bolle molto fini e delicate con un ingresso vellutato e molto lungo sul finale.

     

    DDR – Degorgiato Dosaggio Recente

    100% Sorbara – 84 mesi sui lieviti

    Quest’anno è stato ripresentato il DDR (Degorgiato Dosaggio Recente). Siamo di fronte ad una sorta di Degorgement Tardif, in cui il Lambrusco di Sorbara affina per ben 84 mesi sui lieviti. Di colore molto più intenso rispetto al suo fratello minore “Trentasei” e con un naso molto più scuro che va dall’amarena fino al mirtillo con delle note di terra e sottobosco. Sorso molto più pieno che quasi si mastica. Sarei curioso di provarlo con un piatto del territorio padovano come la faraona al forno…

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